Oggi parleremo di 10 esempi di architettura fascista a Roma. Continuiamo così a parlare della capitale e lo facciamo con un articolo un po’ particolare. Abbiamo pensato molto al titolo di questo articolo, cercando di rimanere il più rispettosi possibile verso un periodo storico che è ancora una ferita per la città.
Una ferita talmente profonda che l’architettura fascista a Roma è ancora indelebilmente presente nello skyline della città. Cosa fare con le opere del Ventennio? Per rispondere a questa domanda non basterebbe una tesi di dottorato.
Quindi cosa possiamo fare? Visitare queste opere architettoniche razionaliste cercando di capire al meglio l’impronta che i fascisti volevano lasciare sulla città: imporre il terrore e schiacciare l’individuo.
Ringraziamo l’Arch. Paola Fioravanti per la consulenza.
1. Architettura fascista a Roma: Palazzo della civiltà e del lavoro
I 10 esempi di architettura fascista a Roma non possono che iniziare con l’opera maestra dell’architettura fascista: il palazzo della civiltà e del lavoro, il cosiddetto Colosseo Quadrato. L’obiettivo dell’architettura fascista era quello di esaltare la Roma Imperiale, riprendendone la storia ed esaltandola grazie alla “fascistizzazione” dell’opera architettonica. Ed è così che il Colosseo, il simbolo della Roma imperiale, fu ripreso per costruirne una copia fascista.
L’edificio fu inserito nell’EUR, quartiere nato per festeggiare i 20 anni dalla marcia su Roma e per celebrare l’assegnazione della città all’Esposizione Universale del 1942. La via Imperiale (ora via Cristoforo Colombo) doveva fare da intermediarie tra la Roma Imperiale (le terme di Caracalla) al mar Tirreno, diventando una capitale marina a tutti gli effetti. L’esposizione Universale del 1942 non ebbe mai luogo a causa della Seconda Guerra Mondiale.
Ma torniamo al Colosseo Quadrato. Nel 1937 iniziarono i lavori per la costruzione dell’EUR, mentre i lavori per il palazzo iniziarono a luglio 1938. Il palazzo, interamente in travertino (il materiale preferito dell’architettura fascista), è un parallelepipedo con una citazione (ancora visibile) di Mussolini del 1935: “un popolo di poeti di artisti di eroi di Santi di pensatori di scienziati di navigatori di trasmigratori”. Le arcate del Colosseo sono composte nel seguente modo: 6 colonne e 9 righe, proprio a rimarcare il nome di Mussolini (B-E-N-I-T-O, 6 lettere, M-U-S-S-O-L-I-N-I, 9 lettere).
2. Parco centrale dell’EUR
Un parco può essere fascista? E se sì, può rientrare in una lista sui 10 esempi di architettura fascista a Roma? La risposta è sì ad entrambe le domande. Il laghetto dell’EUR fu concepito sempre per il progetto dell’EUR 42 e doveva dare quel tocco di maestosità (tanto per cambiare) a chi percorreva la via imperiale per arrivare al Mar Tirreno. A fare da cornice, ci doveva essere anche il Palazzo dell’Acqua e della Luce che non fu mai edificato.
Il laghetto artificiale fu costruito minuziosamente, ponendo grande attenzione alla parte botanica del parco. Attenzione che durò anche nel dopoguerra. Infatti nel 1959, l’allora primo ministro giapponese, Nobusuke Kishi, regalò a Roma 2500 piante di ciliegio giapponese.
3. Museo della Civiltà Romana è un esempio di architettura fascista a Roma
Al terzo posto nella lista di 10 esempi di architettura fascista a Roma, il museo si trova sempre nel quartiere EUR, vera e propria vetrina della Roma fascista. Nel 1939, Mussolini volle costruire un museo che ripercorresse la storia della civiltà romana, vera e propria fonte di ispirazione per l’architettura fascista. Il museo, infatti, era anche l’occasione per celebrare le vittorie fasciste e creare un dialogo virtuale ed architettonico tra la Roma imperiale e fascista.
A causa della guerra, l’edificio fu aperto solo nel 1952 per diventare un vero e proprio museo comunale della civiltà romana. Attualmente l’edificio è chiuso per un’opera di riqualificazione iniziata nel 2014. Il museo dovrebbe riaprire nella Primavera 2021.

4. Palazzo dei congressi e Palazzo degli Uffici
Sempre in occasione dell’E42, furono costruiti il palazzo dei congressi ed il palazzo degli uffici. Mussolini stesso approvò, nel 1938, il Palazzo dei Congressi ed i lavori iniziarono quasi immediatamente. L’obiettivo era quello di creare un centro congressi con tanto di Auditorium. Oggigiorno, il palazzo ha mantenuto questa funzione ospitando congressi di importanza nazionale.
Poco distante, si trova il Palazzo degli uffici costruito sempre in occasione dell’E42. Fu il primo palazzo ad essere ultimato ed ambiva a tracciare il futuro di Roma, o della Terza Roma (dopo quella imperiale e papalina) come ribadito dall’architetto Minucci. La sua citazione è riportata anche sulla facciata del Palazzo degli Uffici: “La Terza Roma si dilaterà sopra altri colli lungo le rive del fiume sacro sino alle spiagge del Tirreno”. Dopo l’8 settembre 1943, quando Roma fu occupata dalle truppe naziste, il palazzo fu adibito ad infermeria e nel 1945 fu sede dell’esercito inglese.
5. Architettura fascista a Roma: Foro Italico
Usciamo dall’EUR, evitando così un articolo EUR-centrico, ed andiamo all’altra parte della città, a Roma Nord. Il Foro Italico, un tempo Foro Mussolini, fu inaugurato nel 1932 ma completato solo nel 1968. L’ingresso del foro è un enorme obelisco su cui campeggia la scritta “DVX MVSSOLINI” (ancora ben visibile) ed una lunga fila di statue virili. Il foro sottolinea l’esaltazione della forma fisica e del corpo allenato, vero e proprio mantra per l’ideologia fascista.
Passeggiare qui è particolarmente angosciante, non possiamo quindi non inserire il Foro Italico tra i 10 esempi di architettura fascista a Roma. E pensate che questa è la strada che si percorre ogni qualvolta si voglia andare allo stadio per vedere la partita della maggica o gli Internazionali di tennis. E niente è cambiato, gli orrori del fascismo sono sempre sotto i nostri occhi.
6. Città universitaria della Sapienza
La città universitaria della Sapienza (quartiere San Lorenzo) è stata inaugurata nel 1935 dall’architetto Piacentini (sì, lo stesso del Piano Regolatore del 1931 con cui vi rompiamo le scatole assiduamente). La città universitaria è un campus moderno, voluto fortemente da Mussolini che voleva donare alla capitale un suo polo universitario.
L’immancabile travertino, la statua della Minerva (che non si deve guardare negli occhi per laurearsi) e la cappella rendono la città universitaria un luogo austero. Malgrado le centinaia di migliaia di studenti che ogni anno varcano le soglie della città universitaria.
7. Palazzo FAO è un esempio di architettura fascista a Roma
Ci spostiamo su Viale Aventino fino al Palazzo FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’Agricoltura), ex Ministero dell’Africa Italiana. L’edificio fu inaugurato nel 1937 proprio accanto alle Terme di Caracalla. L’edificio si inseriva in continuità con la Roma imperiale, diventando manifestazione della volontà di esaltare il passato glorioso della città.
8. Chiesa di San Pietro e Paolo
Un articolo su 10 esempi di architettura fascista a Roma non poteva non includere la Chiesa di San Pietro e Paolo, sempre riconoscibile nello skyline romano (come San Pietro, e questo non è un caso). Il progetto iniziò nel 1939 mentre i lavori terminarono nel 1966. Come sempre, i lavori forno interrotti durante l’occupazione nazista.
È la terza chiesa di Roma per dimensione (dopo San Pietro e San Giovanni in Laterano) e la seconda per altezza. Un modo per riconciliarsi alla Seconda Roma, ovvero la Roma papalina.
9. Architettura fascista a Roma: Via della Conciliazione
Parlando di conciliazione con la seconda Roma, non si può non menzionare via della Conciliazione (hey… la via non ha neanche cambiato il suo nome fascista). Anche qui c’è lo zampino dell’architetto Piacentini, che progettò una strada che collega la capitale d’Italia al Vaticano per celebrare la riconciliazione tra il Regno d’Italia e la Santa Sede a seguito dei Patti Lateranensi (1929).
Per farlo, i fascisti demolirono gran parte delle case e dei palazzi del Rione XIV Borgo, alimentando il numero di sfollati che andarono ad abitare in una delle 12 borgate ufficiali, create ad hoc per loro. Il vialone è ornato da case razionaliste in un inconfondibile stile piacentiniano.
10. Le 12 borgate ufficiali e l’architettura fascista a Roma

Visto che le abbiamo nominate, non si può che non parlarne più approfonditamente (anche se presto scriveremo degli articoli ad hoc a riguardo). Le 12 borgate ufficiali sono Primavalle, Val Melaina, Tufello, San Basilio, Tiburtino III, Prenestino, Quarticciolo, Giordani, Tor Marancia, Trullo e Acilia.
Qui sono stati trasferiti gli abitanti del centro storico a cui hanno sventrato (o “riassegnato”) la casa, una gentrification coatta ante-litteram.
Consigliamo sopratutto la visita di Tor Marancia o del Trullo, che stanno cercando di rigenerare, con processi partecipativi, queste borgate storiche.
Vi lasciamo il link per acquistare una guida (utilissima e molto interessante) sulle 12 borgate ufficiali scritta da una cara amica: Irene Ranaldi.
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Ed abbiamo creato una raccolta esclusiva su Roma!
Anna
Molto interessante questo punto di vista su Roma, alcune tappe le ho già fatte, ma l’itinerario intero è davvero utile.
Viola
Sicuramente una Roma diversa, lontana dai soliti cliché! 🙂 Salvo l’articolo perché ho voglia di vedere cose nuove a Roma e questo articolo fa proprio al caso mio!
Hesitant Explorers
Grazie mille Viola!