Nel 2020 siamo partiti con Flixbus per San Valentino e abbiamo visitato Monaco di Baviera e Bolzano. All’epoca eravamo di base a Milano e quindi era più facile andare oltre confine. Flixbus ci ha sempre seuiti nelle nostre avventure: il nostro primo viaggio insieme (a Napoli) e durante il nostro giro per i Balcani da cui è nata l’idea di aprire questo blog. Il nostro fedele pullman verde e arancione ci portò da Sofia a Bucarest. Questa volta abbiamo impostato tre criteri per il nostro weekend:
- Doveva essere relativamente vicino (massimo 4/5 ore di autobus)
- Doveva essere una destinazione molto hesitant (ovvero poco frequentata)
- Doveva avere un panorama gastronomico interessante
A queste domande abbiamo trovato una sola risposta: Campobasso, il piccolo (e poco conosciuto) capoluogo del Molise. Quindi cosa vedere a Campobasso? Ne parliamo in questo articolo.
Come raggiungere Campobasso? Con Flixbus!

Non avendo la macchina per mille motivi, cerchiamo sempre mezzi alternativi per raggiungere le nostre mete predilette. Arrivare a Campobasso da Roma con il Flixbus è comodo e veloce (circa 3 ore e mezza di percorrenza).
Si parte dalla stazione dei bus a due passi da Roma Tiburtina e si arriva a pochi passi dal centro di Campobasso. Scaricandosi l’app si possono monitorare eventuali ritardi (che comunque vengono segnalati anche via messaggio) e si può tenere a portata di mano il biglietto digitale.
Una volta sull’autobus, dal finestrino goderete di panorami incredibili su castelletti romani sconosciuti, le vigne dei Castelli romani, la Ciociaria ed il Molise.
Dove dormire a Campobasso
A Campobasso abbiamo scelto di alloggiare all’Antica Dimora La Terrazza, un b&b molto carino e ben arredato. Lo stile è moderno ed ha tutti i comfort (tra cui un l’abbonamento a Sky). La posizione è ottima (nel centro città) ed offre un’ottima colazione la mattina. Ci sentiamo assolutamente di consigliarlo per un weekend a Campobasso, perché vi permetterà di arrivare agevolmente in tutte le zone della città.
Dove mangiare a Campobasso: arrivo e giorno 0
Essendo arrivati nel tardo pomeriggio di un venerdì, il nostro weekend a Campobasso inizia con la nostra attività preferita: mangiare! Per la prima sera, ci siamo diretti alla Grotta di Zi’ Concetta, una trattoria iconica di Campobasso. Da Zi’ Concetta abbiamo potuto assaggiare i piatti più popolari di Campobasso, ovvero:
- Pizza e Minestra: erbe di campo e farina di mais croccante. Benché ‘minestra’ possa evocare qualcosa di liquido, in realtà è una pietanza solida e davvero deliziosa. Da provare assolutamente quando si è a Campobasso.
- Involtini di verza ripieni di zucca e patate ricoperta di guanciale croccante e saporito.
- Pallotte Cacio e Ova: pallotte di pane, uova e formaggio condite con tanto sugo.
- L’Affunatiello (o U’ funnateglie): buonissimo! Un piatto dove la salsiccia sotto sugna (tipica molisana) affonda in un sughetto di pomodori e peperoni. Poi, tanto per rimanere leggeri, si aggiungono due uova all’occhio di bue.




Per digerire questa cena leggera decidiamo di farci due passi per Campobasso. La città di Campobasso, centro geografico ed economico dell’antico Contado di Molise, è oggi il capoluogo della Regione Molise.
Sorto in epoca longobarda sui resti di una fortificazione sannitica posta sulla sommità della collina Monforte, il centro ebbe una fase di grande sviluppo economico e sociale tra il XV ed il XVI secolo quando la sua posizione strategica ne determinò lo sviluppo economico ed urbanistico, trasformandola in luogo privilegiato di commercio e di scambio.
Cosa vedere a Campobasso: giorno 1
Dove mangiare a Campobasso: rinforzino post salita
La mattina successiva, prima di salire in direzione Castello Monforte, ci procuriamo un rinforzino (ovvero uno spuntino) che ci gusteremo una volta arrivati a destinazione. Siamo andati nello storico panificio Palazzo dove, come ci ha suggerito il proprietario del B&B, abbiamo preso un’ottima pizza rossa. Un po’ più erta di quella romana, ma altrettanto gustosa.
Cosa vedere a Campobasso: il centro storico e la statua di Fred Bongusto
Una delle cose da fare a Campobasso è senza dubbio perdersi per i vicoletti (spesso scoscesi, preparatevi) del centro storico. In mezzo a tante (tantissime) scale e piazze minuscole c’è una statua particolare. È la statua di Fred Bongusto noto cantautore di Campobasso.
Torre di Terzano, Chiesa di San Bartolomeo e Chiesa di San Giorgio
Salendo (e salendo) dalla Statua di Fred Bongusto, si arriva alla Torre di Terzano e la Chiesa di San Bartolomeo. La Torre di Terzano faceva parte del sistema difensivo – ancora visibile oggi – voluto da Nicola Monforte a metà del XV secolo. Questo sistema prevedeva una doppia cinta di mura, la più alta delle quali dava accesso all’area sottostante il castello. Una delle porte di accesso era collocata proprio tra la chiesa di San Bartolomeo e la vicina torre Terzano.



L’elemento inusuale della Chiesa di San Bartolomeo, costruita attorno alla metà del XIII secolo, è che faceva parte integrante del sistema di difesa. La facciate della chiesa è in pietra grezza semplice, pietra tipica di Campobasso (e di parte della Puglia). Salendo ancora, si arriva poi alla Chiesa di San Giorgio, sempre in pietra trezza semplice, presenta dei decori affascinanti sulla facciata.
Cosa vedere a Campobasso: il Castello di Monforte
Lasciando la Chiesa di San Giorgio, si arriva al Castello di Monforte percorrendo il Viale delle Rimembranze. Il Castello di Monforte prende il nome di Nicola II Monforte che – dopo un forte terremoto avvenuto nel Quattrocento – decide di ristrutturarlo. Il castello – sempre in pietra – è il simbolo di Campobasso. Qui le persone del posto vengono a bere l’acqua freschissima che si trova tra il Castello e la Chiesa di Santa Maria del Monte. Anche noi ne abbiamo approfittato tra un morzo di pizza rossa e l’altro.
ll castello è anche il punto più alto di Campobasso (790 mslm) durante le belle giornate si può osservare un panorama unico sulle valli del fiume Biferno, Trigno e Fortore, la Majella, le montagne dell’Alto Molise, le colline della Puglia e l’Adriatico. Per arrivare al Castello ci sono vari percorsi ben segnalati, tra i più popolari quello che passa per la Torre di Terzano e quello della via Matris.



Cosa vedere a Campobasso: Museo Sannitico
Dopo il castello siamo andati a visitare il Museo Sannitico dove, tra le altre cose, si può imparare molto sulle civiltà presenti in Molise. Si può acquistare un biglietto unico che permette l’ingresso sia al Museo Sannitico che al Palazzo Pistilli (costo 5€), che vi consigliamo. Entrambi i musei valgono una visita, soprattutto per approfondire l’importante storia di Campobasso.
Piccola parentesi che ci ha fatto molto sorridere sui Sanniti è stata uno studio di Strabone (63 a.C. – 23 d.C.): “Si dice che i Sanniti abbiano una splendida legge, ben calcolata per portare a eccellere. Infatti a essi non è lecito dare in moglie le loro figlie a uomini di loro scelta ma, ogni anno, dieci vergini e dieci giovani vengono scelti, i migliori del loro sesso. E la migliore fanciulla viene data al giovane migliore, la seconda al secondo e cosi via. Se il giovane che ha la prima cambia e si rivela indegno, lo disonorano e gli tolgono la donna che gli era stata data“. Insomma, Bridgerton chi?!
Dove mangiare a Campobasso: Pasky 2.0
Troppe scale hanno stimolato il nostro appetito! Ci siamo diretti da Pasky 2.0 dove, oltre ad una pizza ottima e super digeribile, si può mangiare cucina tipica molisana. Ve lo consigliamo assolutamente perché qui abbiamo bevuto la tintilia più buona del nostro weekend a Campobasso e mangiato un caciocavallo (anche questo tipico di Campobasso e del Molise) da sogno. Come primo, ci siamo divisi delle orrecchiette con guanciale e spigatelli (verdura di campo simile alla cicoria) ed una con ventricina e caciocavallo. Insomma la contaminazione con Abruzzo, Lazio e Puglia si vede anche in cucina!


Cosa vedere a Campobasso: il Corso Vittorio Emanuele II
Dopo aver mangiato ed esserci riposati, abbiamo girovagato per la città senza una vera e propria meta. Passando per il Teatro Savoia – il nome descrive perfettamente l’elegante architettura sabauda – siamo arrivati nel fulcro della vita di questo piccolo Capoluogo: il corso di Campobasso (o il Corso Vittorio Emanuele). Sul corso, molto elegante, trovate anche il Comune di Campobasso che ha sede nel Palazzo San Giorgio (fine Ottocento).
Dopo aver fatto lo slalom tra giovani in piena fase di aperitivo, guardiamo le numerose botteghe che si trovano su questa via (e non solo). Perché se vi dovete portare un souvenir dal Molise, deve essere per forza qualcosa legato al cibo (prendetelo di sabato che domenica il rischio chiusura è elevato).
Cena a Campobasso: i Monticelli
A cena abbiamo prenotato in anticipo da Monticelli, uno dei ristoranti più rinomati di Campobasso. Abbiamo mangiato indubbiamente bene, ma forse avevamo delle aspettative troppo alte. Ma procediamo con ordine… Abbiamo iniziato con la pizza e minestra 2.0 (forse era meglio rimanere alla 1.0) che è sostanzialmente una pizza e minestra scomposta, crioli con zucca, tartufo e infuso di bosco al tè nero affumicato e crioli con ragù di capriolo, carciofi croccanti e cioccolato (davvero notevoli, super consigliati). Il tutto accompagnato da una tintilia 200 metri.



Cosa vedere a Campobasso: giorno 2
Dove mangiare a Campobasso: Palazzo Pistilli
Il giorno dopo, prima di prendere il Flixbus per Roma per l’ora di pranzo, siamo saliti in direzione Palazzo Pistilli. Come detto prima, il biglietto è integrato con il Museo Sannitico. Il Palazzo Pistilli si basa su una bella collezione di dipinti portata avanti da Michele Praitano per oltre 50 anni. Tra i vari dipinti, abbiamo apprezzato molto quelli di De Nittis uno degli autori preferiti di Alessio.
Cosa vedere a Campobasso: Via Novelli
Prima di andare via, siamo passati per Via Novelli, che ospita tante opere di Street Art. Via Novelli si trova nei pressi della stazione ferroviaria di Campobasso. una volta scesi, troverete opere di murales lungo tutta la via. Un assaggio interessante di street art che sta cominciando ad emergere nel capoluogo molisano.



Aperitivo di arrivederci a Campobasso
Il nostro weekend lento a Campobasso si conclude con un aperitivo di arrivederci. Ci dirigiamo al Gran Caffè Lupacchioli. Prendiamo un tagliere di affettati molisani ed una buona tintilia. Un modo dolce per lasciare Campobasso – capoluogo raccolto ma con molto carattere – e per godersi al meglio il nostro viaggio di ritorno con Flixbus.
Anna
Il Molise da grandi soddisfazioni sempre! Sono stata un paio di volte in questa regione negli ultimi anni ma non mi sono soffermata a Campobasso, ci sono stata solo di passaggio. Ci devo tornare e seguire i vostri consigli culinari.
Hesitant Explorers
Campobasso è perfetta per un road trip (e poi ha un panorama gastronomico unico!)