A Capodanno, complice un’offerta su Wizzair, siamo atterrati in Arabia Saudita. Ma questo lo sai già se non ti sei perso il nostro articolo su come organizzare un viaggio in Arabia Saudita. Oggi vogliamo parlarti di cosa vedere in Arabia Saudita attraverso il nostro diario di viaggio di 10 giorni (ti consigliamo di leggere anche la nostra esperienza con l’autonoleggio nel regno).
Day 0 – Cosa vedere in Arabia Saudita: arrivo a Dammam
A Dammam siamo arrivati in prima serata, il tempo di noleggiare la nostra auto da Sixt ed arrivare al nostro hotel (Boudl Corniche – economico e comodo per una notte). Dopo aver posato i bagagli, ci siamo diretti a procacciare il cibo. Siamo finiti da Manoosha Alreef, dove abbiamo mangiato la nostra prima shawarma (la prima di una lunga serie). Manoosha Alreef, come in molti altri casi del Regno, è una catena. Come nella maggior parte dei ristoranti in KSA, qui troverete una specie di “stanzina” dove le famiglie possono mangiare nel rispetto della privacy (ad esempio, permettendo alle donne che indossano il Niqab – che non è obbligatorio nel Regno – per mangiare in maniera più confortevole).
Tempo di tornare a casa e riposarci in attesa del primo giorno on-the-road.
Day 1 in Arabia Saudita: Dammam, Al Qara Mountains, Riyadh
Cosa vedere in Arabia Saudita: Mattina a Dammam
La nostra mattinata inizia a Dammam, sul Golfo Persico, a 30 min di macchina dal Bahrein. Una data importante per la città? Il 4 marzo 1938, quando il petrolio sgorgò dal pozzo Dammam No 7. Dal 1933, ingegneri, geologi e lavoratori della Standard Oil della California cercavano oro nero nel Bahrain, ma i pozzi non erano abbastanza redditizi. Ma a pochi passi, c’era Dammam, Arabia Saudita. Dal 1938 il pozzo Dammam No 7 ha prodotto 32 milioni di barili di petrolio. Un momento chiave ha cambiato il destino di un’intera nazione, trasformando l’Arabia Saudita in uno dei paesi più ricchi al mondo e con un PIL pro capite tra i più alti.
A Dammam torneremo alla fine del viaggio… Intanto saliamo a bordo del nostro bolide in direzione montagne Al Qara.



Pranzo ad Al Qara
Le montagne di Al Qara (patrimonio dell’UNESCO) vengono comunemente chiamate anche Mountains of Whistling Wind. Questo perché quando si passeggia qui si sente il vento che fischia e sussurra. La zona fu abitata da popolazioni pre-islamiche già nel 5000 aC. Tra le cave che si possono visitare, c’è anche quella di Giuda. Si ritiene che qui giurò di uccidersi dopo aver tradito Gesù Cristo.
Dopo la visita alla Cave, andiamo a rifocillarci da Nooba Kushari dove prendiamo un tipico riso con lenticchie e cipolle fritte. Davvero ottimo! Giusto il tempo di consumare il pasto e ci ritroviamo di nuovo on-the-road, puntando dritto alla capitale.
Notte di capodanno a Riyadh
Avvicinandoci a Riyadh, il deserto verso la capitale è sempre più rosso. Ci fermiamo a fotografare le dune di sabbia e ci fermiamo una manciata di minuti a goderci del panorama. Arriviamo a Riyadh, ci riposiamo un attimo nel nostro bellissimo hotel (Shaza Riyadh – ottima qualità prezzo visto il periodo, per la notte di Capodanno).
Per l’ultimo dell’anno, un nostro amico saudita ci aveva regalato i biglietti per Boulevard Riyadh City. Noi siamo andati durante la Riyadh season (cosa voglia dire di preciso non lo abbiamo ancora capito). In sostanza, la città è piena di eventi ed expo su alcuni temi chiave (ad esempio, il profumo). A margine di ciò, hanno creato il Boulevard World ovvero una replica su scala umana di tutte le città più turistiche del mondo. Come dici? Un po’ kitsch? Assolutamente! Ma era frequentato da tantissimi sauditi ed è stata un’esperienza unica (insomma la classica cosa divertente che non farai mai più).
All’1.30 usciamo e viviamo la nostra prima esperienza di pre-morte dell’anno: una corsa spericolata in taxi!
Day 2 – Arabia Saudita cosa vedere: Ushaiger ed arrivo a Hail
Dolce risveglio a Riyadh
Prima di lasciare Riyadh, ci godiamo una colazione lussureggiante in hotel! Oltre ad essere indimenticabile (e la prima dell’anno!), ci ha dato la carica giusta per affrontare la nostra prossima tappa.
Cosa vedere in Arabia Saudita: mezza giornata nel villaggio di Ushaiger



Il villaggio di Ushaiger si trova nella regione del Najd. Più precisamente, si tratta di un’oasi nel deserto. Proprio per questo, rappresenta un luogo importantissimo per l’agricoltura saudita. In un paese dove solo 11,5% del terreno è adatto all’agricoltura, lo Najd è sinonimo di ricchezza: qui si trovano i datteri più pregiati al mondo. Lo sapevano bene i beduini che si stabilirono qui fondando il villaggio di Ushaiger ben 1500 anni fa.
Le case sono fatte di fango e paglia in mezzo alle palme da dattero. Ancora oggi molte sono abitate dai beduini.Nei decenni, fu un luogo di transito importantissimo per i pellegrini provenienti dall’Iraq e dal Kuwait che si dirigevano verso la Mecca (che si trova nell’odierna Arabia Saudita).
Gli abitanti di Ushaiger sono famosi per la loro gentilezza che abbia avuto la fortuna di testare. Alessio, come al solito, ha fatto amicizia con un ragazzo del posto. Quest’ultimo ha insistito che andassimo a mangiare da un suo amico. Lì abbiamo provato il tipico riso con pollo (e tante spezie) saudite. Buonissimo, ci manca da morire.
PS: gli amici di questo ragazzo hanno anche un piccolo caffè nel villaggio. Quindi potete andarci anche voi, senza essere esageratamente estroversi.
Arrivo ad Hail
Dopo mille mila ore di viaggio, arriviamo nel nostro hotel di Hail, arrivando quasi al confine con l’Iraq. Vi anticipiamo già che Hail è stata una tappa di passaggio e non abbiamo visto niente. Ma abbiamo provato un ottimo ristorante libanese dove abbiamo ordinato gustose pietanze libanesi e mediorientali.



Day 3 & Day 4 – Diario di viaggio in Arabia Saudita: Al Ula
Risveglio ad Hail
Il mattino dopo ci siamo svegliati e siamo andati a far colazione nel posto più millennial del mondo: Rewaya. Tra monstere e lucine ci siamo goduti il nostro amato cold brew!
Primo giorno ad Al Ula
Dopo aver avvistato canyon semplicemente pazzeschi passando in macchina, arriviamo nel nostro resort pazzesco in mezzo ai canyon, Sahary Alula Resort. I prezzi ad Al Ula sono spropositati e questo è senza dubbio quello con la migliore qualità-prezzo, se si vuole dormire nella Heritage Zone ed in mezzo ai Canyon che vanno a comporre Al Ula. Se Al Ula è tra le mete che vuoi visitare, inizia dal guardare il sito ufficiale e prenota le attrazioni che più ti interessano.
Una volta arrivati, siamo andati a vedere una delle tante attrattive di Al Ula: Elephant Rock. L’Elephant Rock è una conformazione rocciosa a forma di elefante e il sito è gestito in maniera ottimale. Il tutto è pubblico e gestito perfettamente (come dovrebbero esserlo tutti i beni pubblici).
La nostra serata si svolge poi nella città vecchia di Al Ula. Più precisamente girovaghiamo per AlJadidah, il distretto culturale di Al Ula che ripercorre l’antica via dell’incenso. La storia di Al Ula inizia nel VI secolo a.C., quando venne fondata sotto il nome di Dedan dai lihyaniti. Fu consacrata capitale del loro regno in quanto occupava una posizione strategica per le rotte commerciali (come la via dell’incenso, appunto).
Passeggiare tra le vie di Al Ula è come vivere in un sogno da mille ed una notte, tra le piantagioni da tè, una shisha (narghilè), odori di tè, lanterne e le palme da datteri. Ed è proprio sotto le palme che ci si può dondolare su un’altalena atipica che si appoggia alle palme da datteri (la Dates Palm Swings).
Per cena siamo andati da AlNakheel, dove abbiamo preso hummus ed un’ottima limonata con un bel po’ di menta.



Cosa vedere ad Al Ula, secondo giorno
La mattina dopo siamo andati a vedere l’attrattiva numero uno dell’Arabia Saudita: Hegra (o Madain Saleh). Insieme a Petra (Giordania), era un’importante città commerciale che si trovava lungo le antiche rotte carovaniere nabatee. I Nabatei (circa IV secolo a.C fino al I secolo d.C.) erano dediti al commercio di incenso, spezie e altri prodotti dall’Oceano Indiano.
La loro capitale fu Petra ma decisero di fondare Madain Saleh (Hegra) per la posizione strategica sulle rotte carovaniere, vennero poi in seguito assoggettate a Traiano circa nel 100 d.C. Ad Hegra si trovano 131 tombe nabatee anche se, come ci ha raccontato la guida, ne devono scoprire molte altre ancora. Quindi è probabile che nei prossi mesi/ anni il sito cresca ancora.
Guardando le tombe si nota che le superfici sono così lisce perché intagliate direttamente sulla pietra arenaria. Nella parte superiore della tomba si trovano degli scalini, che servivano al defunto per ascendere facilmente alla nuova vita che li aspettava. Tutte le aquile delle tombe sono recapitate. Non conosciamo esattamente il motivo (ci hanno dato 3 opzioni: vandalismo, usura, antichi romani). Oltre alle tombe, si può visitare Al Diwan, “una sala riunioni” nabatea. All’interno potevano entrarci solo 7 persone. I loro nomi sono ancora incisi sulla pietra.
Oltre alle tombe c’è anche un’antica stazione dei treni ottomana. Fu costruita per ospitare la Hejaz Railway, la linea che partiva da Damasco ed arrivava a Medina che aveva l’obiettivo di rendere più facile il pellegrinaggio verso La Mecca. La linea non si realizzò mai a causa della Rivolta Araba verso il dominio ottomano (sostenuta anche da un certo Lawrence d’Arabia). La stazione di Madain Saleh verrà presto aperta al pubblico.



Info pratiche:
- Il tour dura 2 ore (non si può visitare in autonomia) e costa poco meno di 30€ a persona. Prenotate con largo anticipo.
- Diversi autobus vi scorteranno in giro per le tombe, partendo ogni Io min. C’è un trucchetto per vedere le tombe in solitaria (ed approfittarne delle guide che vi aspetteranno davanti ogni tomba): prenotate il primo tour della mattina ed una volta arrivati alla prima tomba, anticipate di uno/ due autobus il vostro gruppo (solitamente sono gruppi da 40 persone). Così facendo vi vedrete le tombe da soli (trucchetto approved dalle guide!)
- Una volta arrivati al sito vi accoglieranno con un succo di melograno e frutta candita.
Dopo la visita, andiamo a prenderci una shawarma, che mangiamo nel nostro fantastico resort all’interno del canyon. Pranzo con vista da urlo insomma! Da lì a poco cade un diluvio universale (mai visto nel deserto dell’Arabia Saudita) che ci costringe a star chiusi in camera fino alla sera (facendo saltare le altre visite programmate). Quando usciamo però troviamo tutto chiuso e quindi prendiamo un’altra shawarma al volo.
Day 5 – Cosa vedere in Arabia Saudita: Umluj e Yanbu
Risveglio ad Alula
La mattina dopo c’è… un sole che spacca le pietre! Prima di lasciare Al Ula, andiamo a vedere il Maraya Hall, l’edificio di specchi più grande al mondo. Si trova nella Valle di Ashar, ed offre concerti in mezzo al deserto. Quando siamo andati noi, c’erano dei lavori in corso (cosa abbastanza comune nel Regno), ma nel giro di breve tempo dovrebbe “tornare alla normalità”.
Cosa vedere a Umluj
Lasciamo Al Ula, attraversando paesaggi lunari, oasi di palme da datteri e deserti bianchi. Quando ci fermiamo? Quando vediamo il Mar Rosso! Buttiamo i piedi sulla bellissima spiaggia (vuota) di Umluj e ci godiamo il caldo Mar Rosso. È importante ricordarsi che in Arabia Saudita, sia uomini che donne sono obbligati a coprirsi fino alle spalle e sotto al ginocchio. Quindi nelle spiagge pubbliche (dove nessuno si fa il bagno) la cosa più pratica è farsi il bagno vestiti. Il discorso cambia radicalmente nelle spiagge private, dove ci si può mettere in costume.



Dopo la spiaggia, ci siamo spostati a pranzare in uno dei posti più buoni dell’intero viaggio. Nel ristorante abbiamo assaggiato la Kabsa (pollo con riso, piano iconico saudita) e la Kunafa (dolce tipico che ci hanno offerto i proprietari del locale). Sazi e felici riprendiamo la macchina in direzione di Yanbu.
Yanbu
ll nostro viaggio su cosa vedere in Arabia Saudita continua con Yanbu, altra cittadina sul Mar Rosso. Dopo aver lasciato gli zaini all’Emerald Residence, andiamo a vedere la casa dove un tempo risiedeva Lawrence d’Arabia. (oggi con delle strane illuminazioni trash). Passeggiamo poi nella vecchia Yanbu (un po’ decadente, un po’ in fase di rigenerazione) ed il mercato notturno per poi prenderci un caffè.
Per cena puntiamo da Khayal dove mangiamo cibo tradizionale (hummus e muttabal) con menta e succo di limone.
Day 6 & 7 – Jeddah è una cosa da vedere in Arabia Saudita
Risveglio a Yanbu
Il mattino seguente ci svegliamo nella nostra bella camera da letto presso l’Emerald Residence a Yanbu, e puntiamo sul waterfront creato per attirare i numerosi expat che popolano Yanbu (una delle città petrolifere più importanti del regno). Passeggiamo sulla spiaggia a caccia di coralli (che ovviamente lasciamo sulla spiaggia). Ci mettiamo in macchina in direzione di Jeddah.



Primo giorno a Jeddah
Al nostro arrivo, facciamo il check-in nel nostro nuovo e pulito Qamar Hotel a Jeddah e andiamo a provare un ottimo ristorante indiano che si trova proprio lì di fronte. Dopo esserci rifocillati, e con il calare delle tenebre, puntiamo in direzione della Corniche. Oltre a poter assaporare una tiepida serata sul Mar Rosso, si può toccare con mano la vita degli abitanti di Jeddah. È sicuramente un luogo vissuto da tutti e che abbiamo apprezzato moltissimo. La corniche è esclusivamente pedonale ed è aperte a qualsiasi ora.
Sulla corniche si trova anche la moschea Al Rahma, costruita su palafitte. Decorata con motivi andalusi, sembra quasi che la moschea galleggi sul Mar Rosso. Per gli amanti della Formula 1 si può sbirciare anche il circuito di Jeddah (sempre illuminato). La nostra serata si conclude così, con la brezza tiepida del Mar Rosso.
Secondo giorno a Jeddah
Il mattino ha l’oro in bocca: proprio per questo ci buttiamo nello storico quartiere patrimonio dell’UNESCO Al Balad. Il quartiere medievale è semplicemente stupendo, con i suoi edifici bianchi in pietra corallina ed i balconi intagliati di legno un po’ sbilenchi (chiamati mashrabiyya). Passeggiare qui di prima mattina (ovvero prima delle 12) ti permetterà di farlo in piena tranquillità.
Un paio di curiosità su Jeddah:
- La sua importanza storica è dovuta ad un fattore geografico: Jeddah era il crocevia ideale per pellegrini (vista la vicinanza con La Mecca) e mercanti (vista la vicinanza ad AlUla)
- Qui si troverebbe la tomba di Eva, la madre dell’umanità (per i musulmani, la nonna)
Ed infatti cosa significa Jeddah? Nonna! Inoltre, vista la vicinanza con La Mecca, qui si trova Bab Makkah (il punto d’ingresso al pellegrinaggio).
Lasciamo Al Balad con un’ottima centrifuga di canna da zucchero. La nostra giornata continua con un giro infinito alla ricerca di una spiaggia. Dopo aver girato stabilimenti all’ultimo grido su e giù per Obhur, abbiamo optato per la spiaggia pubblica a sud. No expat, solo famiglie saudite a caccia di picnic (una delle loro attività preferite). Non è di certo la spiaggia più bella di Jeddah, ma si respira calma e serenità e – soprattutto – non ci si sente in una sorta di gabbia dorata. Se invece puntate ad una vacanza sul Mar Rosso, vi consigliamo di alloggiare direttamente in un resort.



Mentre rientriamo verso l’Hotel Qamar, ci becchiamo un tramonto stupendo sulla fontana Re Fahd (la più alta al mondo, che arriva a 200m di altezza). La sera ci spariamo una bella pizza al formaggio (simile a quella georgiana) da Al Fairouz.
Day 8 & 9 – Il nostro grande rientro a Riyadh
ll grande rientro nella capitale guidando nel deserto
La mattina seguente puntiamo la sveglia alle 6.30 per rientrare a Riyadh (circa 7 ore e 30 di viaggio). Ci godiamo l’alba sulla Mecca (dove i non musulmani non possono entrare). Qui bisogna stare molto attenti e rimanere sulla circonvallazione esterna. Vi fermerà la polizia (che potrebbe non parlare inglese), cercate di spiegargli che non siete musulmani, che siete partiti da Jeddah e dovete arrivare a Riyadh (sanno che quella è l’unica strada). Fategli vedere il percorso sul navigatore ed andrà tutto bene.
Capiamo che la situazione è un po’ stressante, ma non c’è niente di cui preoccuparsi.
Dopo aver superato lo stress Mecca, arriviamo alle montagne del Ta’if dove incontriamo molte scimmie (questa è la prova che non ci sono solo cammelli). Il luogo che vi farà sentire a casa? Il deserto rosso di Riyadh, che vi lascerà semplicemente senza fiato. Arriviamo e ci buttiamo nel nostro lussuoso e di recente costruzione Hotel Ramada by Wyndham King Fahd Road. Anche questo hotel era veramente bellissimo, un 5 stelle nel quale ci hanno anche offerto un triplo upgrade di camera. Praticamente avevamo a disposizione un appartamento più grande di casa nostra a Roma.
Dopo esserci riposati, andiamo a Diriyah (ricordatevi di prendere i biglietti con largo anticipo, evitando il sabato che costa il doppio). A Diriyah, potete puntare su At Turaif, patrimonio dell’UNESCO. Turaif era il luogo originario della Dinastia Al Saud. Fu la prima capitale nel 1727. Le case qui sono di fango – uno dei materiali più resistenti nel deserto. A causa delle forti piogge, il sito non era visitabile all’interno (eh sì, un sacco di fortuna in questo viaggio… Comunque anche da fuori ha il suo fascino. Sbirciando i vecchi sistemi di canalizzazione (il sito verrà ampliato a breve).
I ristoranti (molto patinati) per Diriyah non fanno per noi e puntiamo ad una shawarma vicino casa.



Cosa vedere in Arabia Saudita: secondo giorno a Riyadh
La mattina abbiamo visitato il Diplomatic Quarter, uno dei pochi pedonali. Dopo aver esplorato villette niente male, ci siamo buttati alla scoperta dei trekking urbani (segnalati). Poi ci buttiamo per un brunch da Joe & The Juice.
Tutto molto frettoloso perché dobbiamo puntare alla visita dell’Edge of the World, subito fuori Riyadh. Noi ci siamo affidati al tour di Riyadh Trips e ci siamo trovati bene (anche se dovete ricordargli di voi più volte, sennò c’è rischio che si dimentichino di voi).
L’Edge of the World si trova sulle montagne Tuwaik. La catena montuosa parte da Riyad fino ad arrivare alla Mecca (circa 800km). Oltre ad avere una vista incredibile, qui si può toccare con mano il passato dell’Edge of the World. Nel Giurassico, il deserto non c’era. Al suo posto avremmo trovato un mare calmo e tropicale come testimoniano le numerose “vecchie scogliere”. Guardando al passato più recente, la catena montuosa divenne un luogo di passaggio importantissimo per i commercianti. Pare che qui ci fosse un viavai continuo di carovane che attraversavano la penisola arabica.
Dopo il trekking, si assapora una kabsa preparata dalle guide in una tipica tenda beduina. Davvero un bel saluto prima di tornare in Italia. Prima di tornare nella nostra Suite in hotel, andiamo a visitare il Kingdom Center, il grattacielo più iconico del Regno dell’Arabia Saudita.



Day 10 – Dammam e rientro in Italia
Il mattino seguente partiamo con calma, per tornare a Dammam. Prima di andare in aeroporto, facciamo due tappe. La prima da Zooba dove prendiamo la nostra ultima shawarma, falafel e – soprattutto – la limonata con la menta. Per la seconda tappa invece visitiamo il centro culturale più grande del paese: Ithra. L’architettura – modernissima e realizzata da uno studio norvegese – è imponente e riprende alcuni elementi naturali del Regno.
All’interno di Ithra troverete una biblioteca, alcune mostre ed un cinema. Quando siamo andati noi c’era una sulla cultura beduina e sulle tante tribù che popolano l’Arabia Saudita. Qui abbiamo imparato come le popolazioni locali si orientano nel deserto guardando le orme lasciate dai cammelli.
Ed è proprio con Ithra che chiudiamo il nostro viaggio e questo articolo su cosa vedere in Arabia Saudita in 10 giorni.
Manuela
Ciao grazie infinite per le informazioni
Volevo chiederti se a the edge of the Word è possibile andare con la propria auto o bisogna necessariamente andare con un tour?
Avendo solo 4 giorni consigli la capitale o visitare altro e scegliere altra città di arrivo?
Hesitant Explorers
Ciao Manuela! A Edge of the World si può andare in autonomia, ma lo sconsigliamo fortemente. È un deserto ed il rischio di perdersi è altino. Inoltre, è necessario avere una 4×4. Noi ci siamo trovati molto bene con la compagnia scelta, la Riyadh Trips (abbiamo anche cenato in mezzo al deserto). La capitale merita davvero (soprattutto Diriyah). Potete valutare di aggiungere anche il villaggio di Ushaiger (che potete raggiungere in autonomia) oppure il deserto con le dune rosse a due passi da Riyadh (da visitare con un tour).
Maria
Grazie mille per questo dettagliato itinerario e per i tanti consigli che avete condiviso con noi! Farò un viaggio on the road ad agosto in Arabia Saudita e sarà interessante vedere se alcune cose sono cambiate (es nuovi posti aperti, esperienze proposte ecc), nonché capire come cambia il viaggio, essendo in estate con il caldo insopportabile ai più.. Grazie ancora!
Hesitant Explorers
Ciao Maria, ti ringraziamo per questo bel commento e ti auguriamo buon viaggio! Sarà curioso vedere cosa è cambiato nel frattempo. Fai attenzione al caldo che sarà sicuramente soffocante. Condividi con noi la tua esperienza al rientro 🙂