I miei giorni nel Caucaso di Banine, ripercorre l’infanzia e l’adolescenza dell’autrice. Il suo stile di scrittura è a dir poco avvincente, e non cerca di infiocchettare pensieri ed opinioni.
Banine risulta molto schietta e, per certi versi, è difficile empatizzare con lei. Come nel caso di “La vita senza Fard”, l’autrice non cerca di passare come eroina dei noantri, anzi.
Ma I miei giorni nel Caucaso racconta molto di più: è una storia famigliare, fatta da una famiglia azera numerosa e rumorosa, che si è arricchita improvvisamente. Tra trasformazione socio-economiche, e sopratutto politiche, la giovane Banine vede la sua vita stravolgersi.
Molto interessante la parte su Tbilisi, che ci ha riportato indietro nel tempo.