Come molti estoni, la famiglia di Sofi Oksanen (la scrittrice ndr) emigrò in Finlandia per scappare dai sovietici. L’Estonia le è rimasta nel cuore e fa da sfondo alla maggioranza dei suoi romanzi (da leggere anche “Le vacche di Stalin”, “Baby Jane”, “Quando le colombe sparirono”).
In “La purga” l’arco temporale è vastissimo, passando dal 1936 al 1992 (dopo il crollo dell’URSS) senza un filo cronologico preciso. Come spiega la scrittrice, il romanzo è in terza persona per passare da un personaggio all’altro ma anche per evocare la spersonalizzazione messa in atto.
È la storia di due donne Aliide, ormai anziana, ed una giovane Zara, capitata per sbaglio (o almeno così si pensa all’inizio) nella vita dell’anziana signora. Le due donne però sono legate da una storia comune. Ed è proprio per ripercorrerla che il narratore racconta la storia di Aliide, dei suoi rapporti famigliari: la gelosia per la sorella Ingel (più bella, più brava e più benvoluta dalla famiglia), ma anche la storia dell’Estonia che da paese libero passa ad essere occupato.
Questa strana amicizia, che ripercorre per filo e per segno (anche seguendo documenti ufficiali del regime comunista) la storia di un’Estonia sempre più lacerata (come l’anima di Aliide) rende questo romanzo una perla della letteratura moderna.