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Viaggio in Uganda: istruzioni per l’uso

Qualche anno fa (per l’esattezza tra Febbraio e Marzo 2017), mi sono assentata da Roma per passare 40 giorni in Uganda. Ho trascorso quei giorni vivendo un turbinio di emozioni e sensazioni. Questo articolo sarà diverso dagli altri, sarà più un diario di viaggio dove racconterò (seguendo un filo logico temporale) la mia esperienza dalla Mamma Africa. Prima però, vi darò alcune informazioni pratiche e cose che dovete fare prima di partire per il vostro viaggio in Uganda. 

Nilo Uganda Hesitant Explorers Travel Blog
Il Nilo in Uganda

Viaggio in Uganda: informazioni per l’uso

Visti

Per andare in Uganda avrete bisogno di un visto. Per ottenerlo dovete precompilare un modulo che potete trovare sul sito della Farnesina. Se avete dei problemi o avete delle richieste specifiche per il visto potete contattare l’ambasciata ugandese in Italia. Una volta compilato il modulo per la richiesta del visto, vi arriverà il visto via email. Stampate il modulo e portatelo con voi, quando attraverserete la frontiera vi sarà richiesto. Inoltre, alla frontiera dovrete pagare $50 (un consiglio: portate esattamente 50 dollari e non l’equivalente in altre valute monetarie).

Vaccini

L’unico vaccino obbligatorio per entrare in Uganda è quello contro la febbre gialla. Alla frontiera vi sarà chiesto di esibire il libretto giallo che certifica che vi siate correttamente vaccinati. Ciononostante,  sono consigliati altri vaccini per la febbre gialla come: richiamo dell’epatite B, richiamo dell’anti-tetanica, il  vaccino contro il tifo. Questi vaccini ci sono stati consigliati dall’ASL – ufficio medicina internazionale. Potete chiamarli in qualsiasi momento, sono molto disponibili e vi diranno che vaccini bisogna fare per le specifiche zone in cui andrete. 

Un’altra cosa di cui parlerete con il medico sarà la profilassi anti-malarica, necessaria per andare nel paese. Purtroppo, non esiste ancora un vaccino contro la malaria ma esistono vari tipi di profilassi. Molti preferiscono il malarone poiché ha molti meno effetti collaterali rispetto ad altri farmaci noti come il Lariam. Non siamo medici e sopratutto ogni caso è diverso. Contattate il medico per sapere qual è il farmaco più adatto a voi o al vostro viaggio.

Cosa portare in valigia

Oltre che alle solite cose che si mettono in una valigia normale,  l’Uganda richiede alcuni accorgimenti in più. La prima cosa da portare è un repellente FORTE contro le zanzare. La profilassi anti-malarica non è efficace al 100%, quindi evitare di essere punti dalle zanzare è uno dei modi più sicuri per evitare di contrarre la malaria. 

Un classico repellente però non è sufficiente, dovrete trovarne uno con un DEET del 50% (noi vi consigliamo questo). Un altro modo per evitare di essere punti è portare vestiti coprenti (anche se leggeri). Vi consigliamo anche di portare un insetticida come il BIO Kill, da poter usare contro eventuali insetti anche all’interno della vostra stanza.
La maggior parte delle zanzare portatrici di malaria appaiono di notte. 

Quindi è fondamentale dormire avvolti in una zanzariera (come quella in foto qui sopra). Se già sapete che andrete in posti molto low-cost o all’avventura, vi consigliamo di portarvi una zanzariera portatile come quella di Decathlon. Gli hotel di media/alta lega hanno tutti la zanzariera. Prima di andare a dormire, ricordatevi di rimboccare la zanzariera dentro al letto. 

Ultima cosa, ma decisamente non per importanza, le medicine. Non è sempre facile trovarle in Uganda. Chiedete consigli al medico o ad un farmacista, vi sapranno aiutare su cosa portare (pomate contro le punture, ibuprofene, fermenti lattici – da prendere prima di partire – per lo più). 

Sicurezza

L’Uganda è un paese sicuro. Noi uscivamo di notte (con le dovute accortezze, come ovunque d’altronde) e passeggiavamo senza aver mai avuto nessun tipo di problema. A meno che voi non vi chiudiate in un resort, vedrete la povertà e molti bambini per strada, specialmente in alcune zone di Kampala. Ma assolutamente niente di pericoloso ma riceverete alcuni, anzi molti, pugni allo stomaco. In ogni caso leggete sempre il sito della Farnesina per sapere se ci sono zone più a rischio delle altre.

Viaggio in Uganda: diario di bordo

Piccola premessa: in Uganda sono stata per ricerca/lavoro. Avrò dei racconti diversi rispetto al mero turismo. Seguiteci nel nostro diario di bordo, il primo fuori dall’Europa. In questo viaggio/lavoro non stavo da sola, né con Alessio, ma con la mia amica/collega Federica.

Viaggio in Uganda: Kampala 1

Non appena arrivate in Uganda, siamo state accolte dall’inconfondibile odore di umidità dei paesi tropicali. Dopo una lunga fila per passare la frontiera, eccoci fuori, direzione guesthouse dell’Università di Makerere. La città di Kampala ci è sembrata piena di vita, scintillante ma anche molto caotica.

 La vita nella guesthouse dell’università non è stata entusiasmante: lavoro, chapati, Nile beer (fino ad ora la birra più buona che abbia mai bevuto) e centrifughe di mango (e vi sembra poco?!). Per fortuna avevamo due “compagni di viaggio d’eccezione”: Charles e Francis. Ci hanno portate in giro per il paese e ci hanno permesso di capire a fondo la cultura ugandese. 

Viaggio in Uganda: Jinja, la sorgente del Nilo

Casa abbandonata Nilo Uganda Hesitant Explorers Travel Blog
Casa sul Nilo in Uganda

Nel nostro primo weekend a Kampala, Francis e Charles ci hanno portato a Jinja dove c’è la sorgente del Nilo. Un posto davvero sconvolgente per la sua bellezza. Prima però abbiamo fatto un spuntino a Jinja. Dovete sapere che Francis e Charles sono due ottime forchette e ci hanno illustrato al meglio l’ampia varietà che ha da offrire la cucina ugandese.  Ancora mi sogno i frutti tropicali, gli avocado, ma anche il loro delizioso maiale arrosto ed il matoke (quanto mi manca!). 

Il matoke era una specie di purea di platano che viene usato come pane. Sappiate che in Uganda, si mangia rigorosamente con le mani ed il matoke funziona anche da pane/forchetta per raccogliere le delizie del piatto. Il nostro primo approccio culinario della cucina ugandese è stato proprio a Jinja. Non mi chiedete il nome, raramente i posti hanno delle insegne. Chiedete alle persone del posto, vi sapranno consigliare al meglio! Se poi il ristorante è una specie di capannone di mattoni e paglia, sappiate che mangerete divinamente!

A Jinja, fate il giretto in barca (barattate sul prezzo) e se volete mettete i piedi ammollo nella sorgente del Nilo (come fanno tutti, io però non l’ho fatto visto la mia pelle super delicata – ma la mano ce l’ho messa). Dando un’occhiata da google maps, c’è la possibilità di arrivarci in treno, anche se noi siamo andate in macchina con Francis e Charles. 

Viaggio in Uganda: Nakasaka

Ogni giorno, per circa una settimana abbiamo percorso tutti e 4 (Federica, Francis, Charles ed io) la strada tra Kampala e Nakaseke.

Non c’è niente di turistico da vedere a Nakaseke, però la strada da percorrere e la vegetazione era davvero sbalorditiva: natura pura, solo natura. Passavamo per vialoni con coltivazioni di passion fruit (come nella foto sopra), alberi di mango ma anche di Jack Fruit (foto qui al lato): il frutto più grande al mondo nonché antenato della pera. 

Oltre alla frutta, laghetti, terra rossa e vegetazione verde si susseguivano. Si incontrava gente di ogni tipo pronta a regalarti un pezzo di frutta. Ad esempio, il jack fruit è un frutto talmente dolce che sembra di mangiare lo zucchero. In ogni caso, se volete girare per l’Uganda in modo libero, non sottovaluterei del tutto questa zona. 

Viaggio in Uganda: Mbarara

La seconda città dell’Uganda ci ha accolti divinamente. Per strada però ci siamo fermati in un posto speciale ed unico. 

Proprio due fashion blogger, non è vero?! In ogni caso ci siamo fermati all’equatore il punto in cui il mondo si divide in due: emisfero sud ed emisfero nord. Infatti, Mbarara si trova al sud dell’equatore ed il clima (a febbraio/marzo) era decisamente più fresco rispetto a Kampala. Ma con un maglioncino passava la paura. A Mbarara non c’è molto da fare se non andare in qualche locale per ascoltare magnifica musica ugandese (ancora una volta: impossibile ricordarsi i nomi… chiedete ai locals, ve li sapranno indicare senz’altro) e mangiare ottima carne di maiale (veramente, mai mangiata di così buona… ancora me la sogno). 

Il locale di cui sto parlando è un locale all’aperto, grande e che fa cucina tipica ugandese. Il cuoco però, stava prendendo anche l’attestato per cucinare la pizza. Non appena scoperta la nostra origine, ci fece assaggiare un’ottima pizza gratuitamente. Voleva sentire la nostra opinione. Forse il secondo posto che più mi manca in Uganda… il primo lo scorporerete a breve!

Mbarara Uganda Hesitant Explorers Travel Blog
Vista di Mbarara in Uganda

Viaggio in Uganda: Nyakyera

Nyakyera come Nakaseke e Ankole sono zone dove il turismo non si è ancora sviluppato. Però sono anche le zone dove potrete trovare la vera Africa, la vera Uganda. Qui ci troviamo a due passi da un altro stato: il Rwanda. C’è una forte contaminazione con il paese, gli ugandesi parlano del Rwanda come se fosse un posto meraviglioso. 

I nostri due amici, ci hanno portato in una piantagione di banane che dava proprio sul Rwanda. Assurdo vedere un altro paese ad una manciata di centimetri senza però avventurarcisi. 

Viaggio in Uganda: Ankole

Ankole, forse il posto più bello dell’Uganda si ritrova in un altopiano ai confini del Congo. La gente è vivace ed allegra ed i panorami mozzafiato. Ancora una volta, non abbiamo visto nessun turista e nessun altro Muzungu (ovvero i bianchi, come li chiamano loro). Se mai doveste avventurarvi in queste zone, siate pronti a sentirvi urlare Muzungu da chiunque!

Viaggio in Uganda: Queen Elizabeth National Park

Nel viaggio di ritorno fra Kampala e Mbarara, ci siamo fermati una notte per un safari al Queen Elizabeth National Park. Abbiamo rivisto un po’ di muzungu dopo un bel po’ di tempo! Il parco è veramente notevole ed è stata una delle esperienze più belle fatte nella Perla D’Africa (così viene chiamata l’Uganda). Se potete, rimaneteci a dormire. Dormire insieme a pochi metri da facoceri, leoni, elefanti, antilopi e così via a me aveva fatto una certa impressione. In ogni caso, nel parco potrete dormire in strutture mega lussuose (mai visto niente del genere) oppure in guest houses o ostelli. 

Per dormire abbiamo pagato circa 20$ a notte, mentre l’ingresso era di circa 50$. Dopo una visita al lago Edward (che si trova dentro al parco), andiamo a letto presto: il giorno dopo saremmo dovuti andare a fare un safari (insieme ad un ranger ma con la nostra macchina). La sveglia è alle 3, ma ne vale assolutamente la pena. Vedrete il parco prendere tutti i vari colori: dal nero della notte, al rosa pallido dell’alba, al rosa acceso fino ad arrivare al giallo vivido. 

Non dimenticherò mai la sensazione di libertà che ho provato nel parco! In questo parco troverete tutto tranne le giraffe e i famosi gorilla dell’Uganda. Fare un trekking per i gorilla costa fino a 1200$ a testa, ma se siete comunque interessati a vederli li potete trovare qui.

Antilope Uganda Hesitant Explorers Travel Blog
Antilope in Uganda

Viaggio in Uganda: Kampala 2

Dopo il nostro Safari, eccoci di ritorno per la capitale, dove avremmo passato gli ultimi 10 giorni del nostro viaggio. Non avendo prenotato niente, ci troviamo ad andare per alcuni hotel della città cercando di trovare una camera per gli ultimi dieci giorni. 

Birra Nile Uganda Hesitant Explorers Travel Blog
Cécile e la birra Nile in Uganda

Purtroppo, Kampala era stranamente piena (c’era una conferenza importante in città). Alla fine riusciamo a prenotare solo 4 notti alla guesthouse dell’Università Makerere. Lì, questa volta, conosciamo una ragazza danese anche lei venuta per la ricerca tesi. Anche lei, come noi, cerca un altro alloggio a Kampala. 

Dopo un po’ scopriamo un posto stupendo: Bushpig, un ostello. Avete presente quella sensazione che avete quando trovate casa dall’altra parte nel mondo? Beh io l’ho avuta proprio qui, a Bushpig. Subito una comunità di studenti, volontari o viaggiatori ci ha aperto le porte. Abbiamo conosciuto tanta gente, che ancora adesso sentiamo e frequentiamo. Non dimenticherò mai le notti sui boda-boda (ovvero dei motorini più lunghi dove ci possono stare 3/4 persone) per andare ad ascoltare musica in un teatro e mangiare street food. Non dimenticherò mai nemmeno le nuove amicizie strette. 

Di Kampala me ne sono innamorata! Ci siamo innamorati del national theatre, dei locali reggae con degli strani indovini oppure il craft market. Un pezzetto del mio cuore è rimasto lì, nelle vie alberate di Kololo.  

Hesitant Explorers

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