Se con l‘itinerario disegnato per la mitica Lucky Souvlaki abbiamo cincischiato, rilanciando articoli sulla Maremma, con la mitica Painderoute siamo andati dritti al punto. Eccovi quindi un articolo caldo caldo per visitare Roma in 3 giorni!
L’itinerario è leggermente diverso rispetto a quello seguito con Lucky Souvlaki. Qui troverete tanti consigli ed il racconto di aree esplorate dai locals only: architettura razionalista, sogni collettivisti, borgate storiche e personaggi folkloristici.
Visitare Roma in 3 giorni: Day 0
Eleonora è arrivata con un intercity verso le 20.30! Il tempo di lasciare lo zaino Quechua e ripartire per andare a mangiare la pizza romana da Pizzeria Ostiense. Se avete letto il nostro articolo su “dove mangiare a Roma” sapete già che è la nostra pizza preferita… È la Queen indiscussa di Roma Sud.
Dopo una copiosa cena, tra supplì, fiori di zucca ed olive ascolane, pizza e tiramisù, ci incamminiamo verso Testaccio, passando per il mitico Monte dei Cocci (la discarica di anfore da olio degli antichi romani, rinominato l’ottavo colle). Siamo stanchi, decidiamo quindi di tornare verso casa. Ma se volete saperne di più su Testaccio, vi consigliamo questo articolo.
Visitare Roma in 3 giorni: Day 1
Il Day 1 dell’itinerario painderoutoso per visitare Roma in tre giorni è molto simile al Day 1 con Lucky Souvlaki. Solo che l’abbiamo seguito al contrario (quindi partendo dal Quadraro).
Per rimandi più precisi, quindi, vi rinviamo al racconto del weekend con Lucky Souvlaki. Abbiamo preso la metro (fermata Porta Furba Quadraro) e girovagato per il Quadraro. Il quartiere è stato rastrellato nel 1944 con l’operazione Balena organizzata dal comandate delle SS Kappler. All’epoca, il Quadraro è stato definito come un vero e proprio ‘nido di vespe’, dove era difficilissimo entrare e nel quale vivevano molti dissidenti al regime nazi-fascista. I murales che si incontrano oggi sembrano ripercorrere la storia di questo stoico quartiere.
Da qui, ci spostiamo verso il Parco degli Acquedotti ed il Parco di Tor Fiscale (che sono collegati da una stradina sterrata nascosta dalla vegetazione). I sette acquedotti di epoca romana e papale fanno da cornice ad una natura selvaggia e rigogliosa (qualcuno parlerebbe di “degvado”). Arriviamo quindi in via del Mandrione, per vedere la storica fontana dove i baraccati si rifornivano di acqua potabile fino a metà degli anni ’80.
Percorriamo qualche centinaia di metri su via del Mandrione ma, poco dopo, Alessio consiglia saggiamente di prendere la macchina per pranzare in allegria Dar Ciriola al Pigneto. Infatti, le parti più di impatto del Mandrione sono i due estremi, la parte centrale (soprattutto a piedi) può essere tranquillamente saltata.

Dopo un abbondante pranzo a base di ciriole (pane tipico romano), girovaghiamo per il Pigneto, passando tra villette a due piani, percorrendo l’acquedotto della Casilina Vecchia fino ad arrivare in via del Pigneto, fulcro della vita di quartiere.
Dopo una lunga passeggiata sotto al solleone, troviamo refrigerio da Necci, storico locale del Pigneto, in cui Pasolini passava gran parte del suo tempo. Con calma ripartiamo e prendiamo la Metro direzione Centocelle, un quartiere nuovo ed ancora inesplorato!
Dovete sapere che Centocelle ha origini antichissime. Nel 100 d.C il quartiere ospitava gli equites singulares Augusti, un ordine di cavalieri particolarmente fedeli all’imperatore (istituito da Traiano). I cavalieri si suppone fossero cento e venivano chiamati cellae, da qui il nome del quartiere.
Facciamo un salto temporale di qualche secolo. La Centocelle attuale nacque negli anni Venti del Novecento, l’unico quartiere non centrale costruito prima del fascismo. Negli anni Venti, infatti, il quartiere nasceva come una città giardino, proprio come Garbatella. Infatti i nomi delle vie sono tutti dedicate ai fiori e alla botanica! Purtroppo, la speculazione edilizia negli anni Settanta cambiò l’assetto urbanistico del quartiere.
Ciononostante, Centocelle risulta interessante e merita una visita anche grazie ad una forte anima multiculturale (c’è anche l’acquedotto Alessandrino, ndt). A Centocelle torneremo sicuramente, per approfondire la conoscenza del quartiere e la sua ampia offerta enogastronomica.
Visitare Roma in 3 giorni: Day 2
Dopo una meritata notte di riposo, ci dirigiamo al Corviale che raggiungiamo prendendo due autobus (il 62, fino a San Pietro, ed il 98). E poi l’autobus ci lascia lì, davanti al ‘Serpentone’, palazzo lungo 1km, fulcro del sogno collettivista dell’Arch. Fiorentino che voleva creare una città nel palazzo.
La sua idea era geniale ma, ahimè, fu un fallimento e si trasformò più in un ghetto che nella città auto-sufficiente immaginata da Fiorentino. Una costruzione unica nel suo genere e che chiede rispetto (ci abitano 4.500 romani).
Dal canto nostro, a breve prepareremo un articolo ad hoc, perché il Corviale merita un approfondimento a parte. Da lì prendiamo un altro autobus (il 775) ed arriviamo al Trullo, una delle dodici borgate ufficiali costruite da Mussolini per rispondere all’emergenza abitativa causata dallo sventramento del Centro storico.




Il Trullo è un fazzoletto di casupole piene di arte! Infatti, è proprio qui che nascono i Pittori Anonimi del Trullo ed i Poeti Anonimi del Trullo. Questi gruppi, insieme a tanti altri artisti, hanno rivitalizzato il quartiere, raccontando la storia della borgata.
Ad esempio, lo sapevate che la storia “La torta in cielo” di Rodari è ambientata al Trullo? Fu scritta insieme agli studenti della scuola primaria Collodi ed i personaggi chiave del quartiere. Questo è il caso del “Sindaco”, Mario D’Amico, figura storica del Trullo che ha lanciato il processo di rinascita della borgata. L’abbiamo incontrato davanti al mercato e ci ha dato un caloroso benvenuto. Ed è grazie ad incontri come questo che a breve scriveremo un articolo sul Trullo.
Da lì, abbiamo preso un altro autobus (il 719) e siamo arrivati a Garbatella. Dopo un pranzo godereccio da Tanto pe’ magnà, abbiamo attraversato la Garbatella in lungo e in largo. Non ci dilunghiamo troppo perché ne abbiamo già parlato in un altro articolo.
È tempo di spostarsi in car sharing, per visitare le opere mastodontiche dell’EUR (all’epoca chiamato E42) costruito per festeggiare l’Esposizione Universale di Roma del 1942. Questa doveva essere la vetrina della città nuova, la vetrina dell’ideologia fascista. I lavori iniziarono a metà degli anni ’30 del Novecento. L’obiettivo? Festeggiare i vent’anni della marcia su Roma e mettere in luce il fascismo.
La zona fu scelta perché ritenuta ottima per collegare la Roma Imperiale (rappresentata dalle Terme di Caracalla) al mar Tirreno, lungo la Via Imperiale (oggi via Cristoforo Colombo). Il quartiere fu progettato con l’obiettivo di esaltare l’architettura classica romana (il Colosseo Quadrato ne è l’esempio) inserendo elementi del razionalismo italiano. Fa effetto, sopratutto quando si ha una nonna che ha vissuto in quel periodo a due passi da via Cristoforo Colombo.
Riprendiamo la macchina e raggiungiamo Tor Marancia, una borgata storica di cui vi abbiamo parlato in questo articolo. Qui abbiamo passeggiato lungo i murales del Museo Condominiale. Un museo a cielo aperto che ha rivoluzionato la qualità della vita degli abitanti, ma di questa storia ve ne parleremo a breve.
Riprendiamo la macchina, esploriamo il porto fluviale fino ad arrivare al Rione XXI San Saba, il rione meno turistico della città. Il rione fu progettato per la piccola Borghesia che lavorava al Porto Fluviale.
Riprendiamo la macchina per tornare a Testaccio dove esploriamo i mille cortili e ci riposiamo gustando le famose pizzette di Linari (quanto sono buone).
Torniamo a casa per cena e usciamo solo per fare una breve escursione serale a San Lorenzo, dove finiamo al Cornettaro di San Lorenzo. Girovaghiamo per la caotica movida universitaria fra viette e personaggi pittoreschi che scrutiamo in lontananza.
Visitare Roma in 3 giorni: Day 3
Ed eccoci al nostro solito giro dei saluti tra le vie del centro storico. L’itinerario è molto simile a quello fatto con Chiara, anche se leggermente più corto.
Partiamo da Villa Borghese fino ad arrivare al Pincio. Passiamo per Villa Medici, scendiamo per la Scalinata di trinità dei Monti, Viale Condotti, Fontana di Trevi, Piazza Sant’Ignazio, Piazza di Pietra, Pantheon e Piazza Navona.
Poi girovaghiamo per il Parione fino ad arrivare da Mami, famosissima pizzeria al taglio del rione. Passeggiamo fino a Campo De Fiori per prendere le coppiette alla Norcineria Viola dal 1890. È tempo di tornare a casa e lo facciamo passando per Piazza Venezia ed il Campidoglio.
Torniamo a casa per lavorare (Pain de Route sta per pubblicare il suo libro, che emozione!) e riposarci. Ma prima di prendere il treno, porto Eleonora per un giro veloce al Rione I, Monti. Un luogo magico, dove ci sono ancora anziani signori che si scambiano cassette di ortofrutta. A presto Pain de Route, Roma ti accoglierà sempre a braccia aperte!
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