Sono passati già due settimana dal fine settimana in cui abbiamo ospitato a Roma Lucky Souvlaki – instancabile viaggiatrice conosciuta durante il viaggio in Georgia, líder maxima dello spiegono del venerdì e ormai amica fidata. Per Lucky Souvlaki, però, non abbiamo organizzato il solito fine weekend a Roma! Si meritava qualcosa di ben più speciale!
Con noi ha scoperto la Roma alternativa, quel lato di città più verace e sincera. Quella che i media non raccontano più, a discapito di una narrazione diretta ad esaltare solo il centro storico (e non sapete quanto questo ci urti).
Weekend a Roma: itinerario Giorno 0
Lucky Souvlaki è arrivata a Roma venerdì 26 giugno. Il tempo di posare le cose a casa e siamo già in macchina. Direzione paradiso? Quasi! Tanto Pe’ Magnà a Garbatella. L’appuntamento era alle 21.30 ma ci siamo ritagliati qualche minuto per goderci l’aria della Garbatella di sera (ve ne abbiamo parlato qui).
Abbiamo fatto lo slalom tra stemmi dell’AS Roma, bar popolari ed feste tra famiglie nei cortili. Come già vi abbiamo detto, a Garbatella bisogna perdersi! Entrate nelle aree in comune (i cancelli sono sempre aperti) per esplorare e respirare questo lato di Roma così autentico.
Iniziate da Via San Lorenzo da Brindisi e procedete su e giù tra finestre piene di vita e giardini dai panni stesi. Tutto questo vi ha fatto venire fame? Perfetto! Ordinate gnocchi all’amatriciana da Tanto Pe’ Magnà (ahimè non c’erano quel giorno)! Noi li abbiamo accompagnati con vino rosso della casa, pizza e fichi, fiori di zucca e baccalà, arrosticini, abbacchio allo scottadito, patate e cicoria ripassata. Prezzo? 24€ a testa! Il weekend a Roma inizia alla grande.



Con la pancia piena, siamo pronti ad affrontare una lunga passeggiata notturna (potete seguirla nella mappa qua sopra). Siamo partiti dal Gianicolo – con un panorama mozzafiato – siamo passati dal celebre Fontanone, abbiamo visto il Tempietto del Bramante (o Tempietto di San Pietro in Montorio) e scesi lungo Via di San Pietro in Montorio.
Da lì, in quattro e quattr’otto siamo arrivati nel Rione Trastevere. Abbiamo attraversato Ponte Sisto e siamo arrivati a Palazzo Farnese (Rione Regola). E che non porti Lucky Souvlaki al Bar Perù, il regno indiscusso degli abitanti di Roma centro?! Da lì ci siamo diretti verso Campo De’ Fiori, dove la mitica Chiara ha letto l’insegna con su scritto “Carbonara dal 1912”, alla faccia di chi sostiene che la carbonara l’abbiano inventata gli Ammerrigani durante la liberazione (aka gente che non ha mai parlato con un romano over 80).
Siamo poi arrivati al rione Parione (Piazza Navona) dove, esausti, abbiamo deciso di tornare a casa. Sulla via del ritorno, si susseguono il Pantheon (Rione Pigna), Montecitorio e Palazzo Chigi (Rione Colonna). E da lì a pochi minuti, siamo tra le braccia di Morfeo.
Weekend a Roma: Giorno 1
Il mattino seguente siamo partiti dal Pigneto, quartiere storico di Roma che deve la nascita con Roma Capitale (1870) per ospitare la sempre crescente popolazione dell’urbe. Del Pigneto ve ne parleremo a breve in un articolo ad hoc, essendo uno dei punti più vivaci e spensierati della capitale (e sì, è un quartiere sicuro!).
Ed è anche oggettivamente molto scenografico! Passando per il mercato rionale (ATTENZIONE, SI CHIAMA RIONALE MA IL PIGNETO NON È UN RIONE) ci dirigiamo per uno spuntino, diciamo una colazione salata, dar Ciriola, luogo cult della zona e non solo (la ciriola è il “pane dei romani”). Da lì ci facciamo coraggio e passeggiamo lungo tutta la via del Mandrione.
La via è tristemente nota per essere luogo dei baraccati. Fenomeno sociale che, purtroppo, si è diffuso in alcune zone di Roma. Perché? Dal 1930 al 1960, la città passò da ospitare 800 mila abitanti a poco più di 2 milioni. Lo spazio mancava e, quindi, cominciarono a spuntare case di fortuna come quelle del Mandrione. Al Mandrione, in particolare, si aggiunsero gli abitanti di San Lorenzo che subirono il bombardamento del 1943.
Passeggiare per il Mandrione è un pugno nello stomaco: sulle volte degli antichi acquedotti romani si trovano ancora le piastrelle di cucine arrangiate ed i “tetti” affumicati. Una testimonianza senza precedenti che ci fa pensare che, almeno fino a 40 anni fa, anche da noi c’erano delle vere e proprie favelas. Insomma, una visita al Mandrione deve essere inserita in ogni tour della Roma alternativa, non può essere altrimenti.
Da lì arriviamo al Parco di Tor Fiscale e al Parco degli Acquedotti, dove ci godiamo un po’ di natura e la storia millenaria di Roma. È un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato: colline brulle, pini marittimi che regalano un po’ di ombra, i resti degli antichi acquedotti ed i famosi castelli romani a fare da sfondo.
E sì, si è già fatta ora di pranzo! Raggiungiamo il Quadraro, detto anche il nido di vespe! Perché? Durante i nove mesi dell’occupazione di Roma (1943-1944), gli abitanti furono gli unici a respingere le truppe nazifasciste. L’appellativo fu infatti dato dal Comandante delle SS Kappler. E, come vi direbbe il vecchietto romano soprammenzionato: si te voi nasconne o vai ar Vaticano o ar Quadraro.

Dopo una pausa pranzo a base di carboidrati all’Osteria Der Tempo Perso, abbiamo iniziato a passeggiare per il bellissimo Quadraro abbellito dai murales del progetto di street artist M.U.R.O. Come il Pigneto, il Quadraro merita un articolo ad hoc. Ci prendiamo il tempo di scriverne di più prossimamente.
Dal Quadraro, prendiamo la metro direzione Lepanto per visitare l’ultimo rione di Roma, Prati, e dirigerci verso i Musei Vaticani, incredibilmente vuoti! Quattro ore davvero ben spese nelle quali siamo stati accompagnati da una guida davvero eccellente.



Dopo la visita lunghissima, andiamo a mangiarci una pizza (romana, of course) all’Economica a San Lorenzo, quartiere già citato in precedenza. Passeggiamo in questo groviglio di strade e storia (l’unico quartiere ad opporsi alla Marcia su Roma – ma anche di questo ve ne parleremo meglio) arriviamo fino al cornettaro di San Lorenzo dove compriamo i cornetti per il mattino seguente.
Weekend a Roma: Giorno 2
Ci svegliamo con calma, addentando il nostro buon cornetto di San Lorenzo! Dopo una ricca colazione romana, ci dirigiamo a Tor Marancia, una delle 12 borgate storiche romane. Altra data importante da tenere a mente quando si visita Roma è il 1931, data in cui fu elaborato il Piano Regolatore di Piacentini che cambiò per sempre l’assetto urbanistico della città.
Passeggiare per Tor Marancia è sempre piacevole, sopratutto da quando i cittadini hanno iniziato il Museo Condominiale del quartiere. Vero e proprio museo all’aperto per invogliare i turisti a visitare questa parte di Roma. Vale veramente la pena venirci durante un weekend a Roma! Il quartiere è stato edificato in soli 50 giorni (già ci immaginamo la battuta “ah quando c’era lui… i quartieri di tiravano su in orario”) con una scarsa attenzione alla qualità edilizia. Infatti, la zona (e le case) si allagavano spesso dando a Tor Marancia la nomea di Shanghai (e chiamando i suoi abitanti shanghaini).
Tor Marancia è uno dei pochi esempi, ormai, di street art immaginata e realizzata per i propri abitanti, coinvolti in ogni singola decisione. Ma anche di questo, ve ne parleremo in un articolo ad hoc.
Dopo Tor Marancia, abbiamo attraversato la Colombo, la via del Mare, per arrivare a Garbatella. Ci siamo ripersi tra i villini ed i cortili, per poi dirigersi verso l’Ostiense alla scoperta della sua archeologia industriale. Poco dopo, arriviamo a Testaccio dove mangiamo una carbonara SPAZIALE da Oio a casa Mia (previa pizzetta – la più buona di Roma – dal mitico Linari). E dove prendiamo il caffè? Da Barberini ovviamente!
Ci siamo permessi di andare un po’ più veloce qui perché vi abbiamo già parlato della Garbatella, dell’Ostiense e di Testaccio. Trovate davvero tante informazioni nel blog!



Da Testaccio, andiamo verso l’Aventino (Rione Ripa), passando per il buchetto (il buco della Serratura dei cavalieri di Malta dove si vede San Pietro), il giardino degli Aranci fino ad arrivare al Circo Massimo. Da lì passiamo per il Colosseo (Rione Celio) fino ad arrivare al Rione Monti – primo insediamento di Roma. Se siete interessati a saperne di più su questi tre rioni, potete leggerne di più qui. Torniamo per rifregerarci a casa, prima però facciamo un salto alla gelateria come il latte.
Io e Lucky Souvlaki decidiamo di uscire per scoprire anche un po’ Roma Nordde. Più precisamente andiamo verso il Coppedè – costruito tra il 1915 ed il 1927 – uno storico “quartiere” liberty di Roma. Ora, parlare di liberty con una milanese non è mai facile, ma il Coppedè – perfettamente intatto – fa davvero la sua figura!
Da lì ci spostiamo a Villa Torlonia, dove abitò Mussolini dal 1938, riaperta al pubblico solo nel 1978. Dopo esserci godute il tramonto nella villa, passeggiamo per Corso Trieste fino ad arrivare a Sushi Jo. Eh sì, la nostra amica Lucky Souvlaki è andata in overdose da pasta!
Prima di tornare a casa prendiamo una bibita dissetante da Lemoncocco, storico chiosco dal 1942. La bevanda è considerata uno dei simboli di Roma Nord. Ça vaut le détour, come direbbero i francofoni!
Weekend a Roma: Giorno 3
Ultimo giorno di Chiara a Roma! Ovviamente lo dedichiamo al centro storico, con un giro dettagliato dei rioni più centrali. Si parte con una passeggiata di Villa Borghese fino al Pincio, dove ci siamo godute uno dei panorami più belli della città su Piazza del Popolo e sul Rione Campo Marzio.
Da lì ci spostiamo fino a Trinità dei Monti, dove scendiamo dalla scenografica scalinata per poi arrivare a Piazza di Spagna. Procediamo spedite verso Fontana di Trevi ed il rione Trevi – il rione più laico della città. Da lì arriviamo a Piazza di Pietra per poi ripassare al Pantheon arrivando così al rione Pigna.
Passiamo per Piazza Navona (facendo vedere alla mia amica la faccia dell’Oste ribelle, lo abbiamo segnalato nelle storie in evidenza su Instagram) per poi andarci a bere una birra fresca al mitico Bar del Fico sull’omonima piazza.
Dopo un attimo di relax passeggiamo su e giù per il Rione Ponte passando per via dei Coronari, fino ad arrivare al Ponte Sant’Angelo. Ci dirigiamo verso via del Governo Vecchio, passando per la libreria indipendente Altroquando, fino ad arrivare al Cul De Sac, il nostro ristorante.
Dopo una copiosa mangiata, siamo pronte a degustare un caffè al Sant’Eustacchio! Il rione Sant’Eustacchio è il più sfigato di tutti. Perché?! Beh, per scoprirlo dovete leggere la nostra guida dei rioni! Siamo pronte per il Rione Sant’Angelo e per scoprire il Ghetto, luogo dalla storia difficile che bisogna visitare con rispetto assoluto.
È tempo di tornare a casa, facendo su e giù tra i rioni Sant’Angelo e Campitelli. Lucky Souvlaki deve prendere il treno di ritorno dopo chilometri e chilometri per la Roma alternativa.
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